sabato 17 aprile 2010

Argilla


Ero piccola quando ho imparato a manipolarla, mi ricordo di un pomeriggio passato in un laboratorio di ceramica con mamma e le sue colleghe, e un altro passato a scuola di mia madre a seguire il corso che teneva agli alunni. Mi ricordo delle foglie impresse e poi ritagliate nella creta, dei fiorellini ottenuti da tanti pallini, mi ricordo dei matterelli e degli orologi... Tanti ricordi, un unico piacere. Adoro plasmare la creta, perchè non è altro che Terra e il pensiero di plasmarla mi emoziona ogni volta. L'ultima volta che l'ho toccata è stato ad una delle ultime lezioni di Educazione Artistica alle medie, dove il prof ci insegnò perfino ad usare il tornio, mi divertii un sacco. Ricordo che un giorno ci mettemmo a fare dei quadretti rappresentanti i vari mesi del calendario Maya: prima li disegnammo su un foglio di carta, poi lo calcammo su uno di carta mozzarella e infine lo bucherellammo e con un tampone pieno di polvere di carbone trasferimmo il disegno sulla tavoletta di creta tutta bella imbiancata.
Tra le varie tecniche, ho sempre adorato i colombini, perchè poi dovevi amalgamarli tra di loro con la barbottina... Tanti serpentelli uno sull'altro, per poi diventare un tutt'uno.
Oggi ho utilizzato di nuovo, dopo anni, la creta. E' strano, ma ho come avuto la sensazione di aver ritrovato un'amico dopo tanto tempo, e allo stesso tempo sentivo come se avessi ritrovato, dopo anni, una parte di me stessa, come se fossi tornata a casa... Mi sono sentita tutt'a un tratto investita da una forte scarica di energia, che doveva essere canalizzata in qualche modo... Così dalla felicità ho ballato, ho ballato finchè non sono caduta distesa a terra, esausta. Ho ballato per molto tempo, io e il mio splendido velo, in barba alla Luna che scorre in me... Mai come oggi, da che ero priva di qualunque energia e ogni fibra del mio corpo era dolorante, ho dato prova di tanto amore per delle Arti così sublimi. Non riuscivo a staccarmi dal panetto di creta e mi incantavo a modellarla tra le dita, senza rendermi conto in tempo che la creta si seccava ed era difficile poi riassimilarla... Adoro la sensazione delle dita che stendono la barbottina, sentire l'acqua che idrata l'argilla seccata e la libertà di muovere ogni cellula della pelle prima immobilizzata... Mi piace immorbidire la pasta prima di iniziare un lavoro, sentire quei tonfi profondi e possenti che rendono più malleabile l'argilla... Mi piace sentir scivolare le dita da un pezzo all'altro di creta e unirli, levigando finchè non diventano un tutt'uno... Mi piace creare giochi di basso e alto rilievi, tanti piani che si sovrappongono uno sull'altro, senza darsi battaglia ma combinandosi in modo armonico... E mi affascinano le infinite possibilità che possiede questo materiale... Chissà un giorno avrò un forno tutto mio, dove poter cuocere ogni mio pezzo... Per ora, però, è un sogno ad occhi aperti e mi è concessa la cottura delle mie opere solo in determinati periodi dell'anno... Spero di riprendere la mano con questo stupendo materiale, e per esercitarmi ho fatto un vasetto o sottovaso e sto ultimando un porta incensi ispirato alla Dea.

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